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domenica 30 novembre 2014

"All in all it's just another brick in the wall"

All in all it's just another brick in the wall

5 fatti che, probabilmente, non sapete sul muro di Berlino.

1)    Le autorità della Germania orientale negarono fino all'ultimo di avere intenzione di costruire il muro. Il 15 giugno 1961 Walter Ulbricht, presidente del Consiglio di stato della Repubblica democratica tedesca e primo segretario del Partito di Unità Socialista, disse in un comunicato di una conferenza stampa: “Nessuno ha l'intenzione di erigere un muro”. Il 12 agosto, del medesimo anno, lo stesso Ulbricht firmò l'ordine per l'inizio della costruzione del Muro.

Nonni e nipotine divisi dai fili elettrici, che in seguito
si tramuteranno nel muro




2)    Il Muro fu spesso definito come “La parete di Protezione anti-fascista”. Il governo di Berlino Ovest lo indicava, spesso, con il nome “Il muro della vergogna”. “La vergogna si riferisce, a seconda dei casi, a coloro che ne hanno curato la costruzione, ai popoli che ne hanno sofferto le conseguenze o alle circostanze o scopi che hanno portato all'edificazione.”




"Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l'unione Sovietica e l'Europa dell'est, signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro." Ronald Reagan




4)    Tra le due pareti del muro che facevano da “barriera” vi era una zona che divenne poi purtroppo definita “striscia della morte”. La striscia era costituita da ghiaia e sabbia che rendevano le orme dei disertori visibili a occhio nudo e facili da notare, in modo tale da offrire ai guardiani del muro una determinata linea di fuoco.



5)     Un totale di 5000 persone disertarono da Berlino Est a Berlino Ovest utilizzando parecchi metodi. Ma altrettante persone hanno perso la vita in queste imprese assai rischiose. L'ultima vittima fu Chris Gueffroy, 6 febbraio 1989. Non poteva saperlo, gli sarebbe bastato attendere pochi mesi, e sarebbe ancora vivo, all'età di 45 anni. Egli tentò la fuga insieme all'amico Christian Gaudian confidavano sul fatto che le guardie di confine avevano l'ordine di non sparare durante la visita di personalità straniere (in quel periodo a Berlino Est c'era il Primo Ministro svedese).
Ma non fu così. Le guardie aprirono il fuoco. Gueffroy fu colpito da dieci proiettili e morì nella striscia della morte. Il suo amico venne ferito gravemente, in seguito arrestato e condannato a tre anni di prigione. Nel settembre 1989 Gaudian, l'amico, fu liberato tramite una cauzione pagata dalle autorità di Berlino Ovest a Berlino Est.  




Muro di Berlino
(1961-1989)
Non dimenticate
la tirannia di questo orrendo muro.
Nè l'amore per la libertà
che lo ha fatto cadere.
Distrutto completamente.









 Sara Maffioli

sabato 29 novembre 2014

La Scozia dice "No, thanks"


Manifesti contro l'indipendenza della Scozia

La Scozia rimane parte del Regno Unito.
Già poco prima dello spoglio delle schede c'era chi sosteneva che la maggioranza dei 4,2 milioni di iscritti ai seggi avesse deciso di votare NO e infatti è stato annunciata la vittoria degli unionisti con il 55% contro il 45% rappresentato dagli indipendentisti.

Il primo ministro britannico, David Cameron, insieme all'Unione Europea, ha potuto tirare un sospiro di sollievo e ha ribadito che entro i primi mesi dell'anno prossimo alla Scozia, così come al Galles, all'Irlanda del Nord e all'Inghilterra, saranno concessi maggiori poteri decisionali. Il premier ha anche affermato :"Questo era un passo democratico da compiere."

Il primo ministro scozzese Alex Salmond, che ha sostenuto e creduto fermamente nella causa della Scozia, non appena sono stati resi noti i risulati, ha rasssegnato le due dimissioni: da novembre, dopo che sarà stato scelto un altro leader del partito scozzese nazionale, egli rinuncerà al suo posto di primo ministro.
Così Salmond è costretto a lasciare nel cassetto il libro "Scotland's Future", che aveva mostrato durante la campagna referendaria, in cui sono raccolti i punti che descrivono una Scozia autonoma.
Il ministro ha dimostrano di credere ancora al sogno di una Scozia separata dal Regno Unito, avendo affermato che la lotta per l'indipendenza non è ancora terminata.

Il ministro Alex Salmond, con in mano il libro "Scotland's Future"

A giovare della mancata separazione della Scozia dal Regno Unito è soprattutto la sterlina, che ha raggiunto i massimi degli ultimi anni; la borsa, dopo giorni incerti, ha chiuso in positivo. Con l'indipendenza di Edimburgo, si sarebbe potuti arrivare ad altre spinte separatistiche da parte dei catalani, dei fiamminghi, che avrebbero causato una profonda crisi della zona Euro.

Dalla residenza di Balmoral, in Scozia, la regina Elisabetta II ha rilasciato una dichiarazione: la sovrana invita a superare le controversie e ricorda che è necessario tornare al reciproco sostegno e rispetto.

 Barbara Soncin
 

“I giovani d'oggi non leggono più come una volta”

“I giovani d'oggi non leggono più come una volta”
Questa è stata la frase che ha dato il via alla conferenza tenutesi a Roma sulla lettura dei giovani d'oggi, avvenuta  pochi giorni fa alla quale hanno partecipato i migliori scrittori del nostro decennio.
Infatti, secondo gli ultimi dati ormai in Italia più del 10% dei ragazzi non ha mai letto un libro durante l'anno.
Com'è possibile? Cosa è cambiato così tanto?
Durante la conferenza sono venuti fuori vari dibattiti tra gli scrittori. Alcuni,pensano che sia colpa di: internet, social network e il preferire uscire e divertirsi da parte dei giovani che stare a casa a leggere un buon libro.
Quindi danno la colpa al cambiamento sociale avvenuto in questi anni.
Altri invece pensano che, la causa della diminuzione dell'interessamento da parte dei giovani nei confronti della lettura, sia dovuto al fatto che la scuola non comunichi più il piacere di leggere un buon libro, ma, lo passi di più come un obbligo. E questo porta al disinteresse da parte dei giovani.

Lo scrittore Niccolò Ammaniti che è intervenuto durante la conferenza, infatti, sostiene che
“I professori o insegnanti che siano dovrebbero iniziare a piccoli passi, proponendo agli studenti quei classici dell'avventura che permettono agli studenti di entrare nella storia”.
Infatti Ammaniti sostiene che i due componenti principali per far interessare i giovani alla lettura siano: forza narrativa e potere di identificazione.


Quello che dice Ammaniti, secondo alcune interviste effettuate su circa 3000 ragazzi,è giusto.
Infatti gli studenti intervistati dicono che molto spesso i professori danno da leggere libri troppo impegnativi o di genere che non interessa ai giovani. Da una parte può essere utile per trovare il proprio genere di lettura ma dall'altro può risultare come un obbligo e quindi diventa difficile leggere il libro con interesse.


 
“I dieci libri da leggere nel 2014”
Durante la conferenza la rappresentante del Dipartimento di Scienze Sociali è riuscita a stilare una lista sui libri più venduti e quindi più letti tra i giovani dall'inizio del 2014 fino ad oggi.
I libri più comprati al momento sono quelli dello scrittore John Green, l'auto re di “Colpa delle Stelle” di cui è uscito il film al cinema poche settimane fa e ha riscosso un successo enorme e “Cercando Alaska”.

Lo scrittore scrive sempre di tematiche molto forti ma allo stesso tempo capaci di farti emozionare e farti entrare nella storia.
 
 
Per chi invece non ha voglia di leggere di libri d'amore con tematiche delicate e tristi, una saga che pur se uscita anni fa, riesce ad avere ancora successo è “Harry Potter” di J.K.Rowling.
Saga fantasy che si muove tra il mondo reale e il fantastico.
Permette al lettore di volare con la fantasia e di distaccarsi dal mondo reale per entrare invece in un mondo parallelo magico e spettacolare. 
Nella lista di libri stilati ce ne sono di ogni genere,infatti, ognuno di noi ha un proprio gusto in fatto di libri.
Sopra abbiamo elencato libri di genere: drammatico,amore,fantasy e avventura.
 
Ma, durante le interviste è venuto fuori che ai giovani piace leggere classici come “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde o “Se questo è un'uomo” di Primo Levi.

Quindi, grazie a questa conferenza si è capito che “se un libro riesce a prenderti, qualunque sia il genere, può appassionarti”
Senza che però sia imposto da qualcuno che fa risultare la lettura come un obbligo rendendola così noiosa e poco interessante.
 
 
 
 
                                                                               Di Santo Rachele.
 
 

LADY GAGA ARRIVA A MILANO, E IL SUO "ARTRAVE" FA SOLD-OUT

Spazzatura luccicante, auto-accettazione di sé e parrucche platino,


l'#ARTRAVE di Lady Gaga sbarca a Milano, portando con sé l'ormai ordinarietà dello straordinario.




- Tonight is for you. Tonight is for celebrate your creativy, i want to celebrate you, the future italian artists, the great minds that are here tonight! - Questo è la frase che apre il concerto di Lady Gaga andato in scena pochi giorni fa al Forum di Assago, a Milano, unica data italiana del suo "artRave" tour. (su internet si può trovare il concerto completo, per chi fosse interessato). E' partito in Florida lo scorso maggio, e durante ogni singola data i biglietti sono andati sold out dopo poche ore, nonostante la fama dell'artista sia minima rispetto a qualche anno fa.  In scaletta troviamo quasi tutti i brani dall’ultimo disco,  "ArtPop", ma anche le hit iper-conosciute che hanno fatto ballare il mondo dal 2008 a oggi. Paragonando i concerti di quel primo periodo, vediamo un cambiamento decisivo nella cantante, che ha smesso infatti di voler attirare l'attenzione del pubblico con spogliarelli e costumi di scena provocanti, che fino a qualche anno fa caratterizzavano e limitavano il suo campo d'azione. Durante questo nuovo tour si toglie tutte le maschere, mostrandosi per quella che è davvero, per quanto goffa, buffa e umana. Ed è questo infatti il suo messaggio principale, che ha ripetuto volte e volte durante il concerto, che più che un concerto iniziava a sembrare una passionale predica domenicale sull'amore verso se stessi e il prossimo. Ma lei sembra crederci davvero, o almeno è brava a farlo credere a noi. 


Fra momenti di tenerezza (ha fatto salire un ragazzo sul palco, dopo aver letto una sua lettera tirata sul palco dallo stesso, dove raccontava alla cantante del suo rapporto con la sessualità, e hanno cantato insieme una dolce versione al piano di Born This Way), e momenti di estrema simpatia, ironia e comunicazione fra lei e il pubblico, Lady Germanotta è riuscita a dare vita ad uno spettacolo mai visto: la miscela perfetta fra il completo trash, il pop elevato all'ennesima potenza, elevato, come lei stessa dice, ad arte; ed una voce potente, bellissima e impeccabile. Dallo stage, ai costumi, all'atmosfera, tutto era estremamente pop: tanto colorato ed esagerato da risultare quasi spiacevole, fastidioso alla vista, ed accattivante, a tratti osceno, a tratti delicato, o divertente.
Quest'atmosfera era ovunque, in primo luogo fra il pubblico, e la Lady stessa se ne accorge, e ce lo fa sapere.
- Ragazzi, mi dispiace molto per voi. Voi vi godete lo show, sì, ma perdete lo spettacolo più grande, quello che posso vedere io, quello nell'arena. Lo spettacolo più grande, siete voi, monsters. -



Margherita Agati



sabato 22 novembre 2014

Senza eserciti niente guerra, senza frontiere nessun clandestino

      
Si sa!
Porta Palazzo è il più grande mercato a cielo aperto dell'intera Europa.
   Un luogo che può e deve essere considerato il fulcro di una società multietnica, ove ci s’imbatte in un crogiolo di etnie e popoli da fare invidia in ogni angolo del globo terrestre: si compra da un indiano, si vende ad un cinese, si impresta ad un marocchino, si regala ad un peruviano, si mangia da un tunisino e ci si riposa da un italiano.
   E' un luogo in cui lo scambio culturale non si ottiene passando “ore” chini sui libri ma si percepisce mediante i 5 sensi: lo si annusa, si gusta, si sente, si vede e si tocca.
   Dietro porta palazzo, ormai da anni è organizzata un'”estate ragazzi” all'interno dell'oratorio di S. Gioacchino, dove i figli degli abitanti della zona hanno la possibilità di trovare persone disposte a spendere il proprio tempo nel regalare loro dei divertimenti, delle compagnie, dei passatempi e degli aiuti per i compiti scolastici. E i bambini, mettendo a frutto la loro tipica ingenuità infantile e giocando con altri ragazzi di etnie diverse, acquisiscono, sin dalla tenera età, una mentalità cosmopolita.
   E' un centro ove le barriere createsi con le diversità del credo e del colore della pelle vengono abbattute dalle risate, dal divertimento e dall'amore, da una battuta del vicino o semplicemente da “una partitella” a calcio.
    In ogni angolo di questo luogo si respira la felicità come fosse aria vitale. Rispetto alle altre “estate ragazzi”, la formazione e l'organizzazione delle varie attività e dei vari animatori sono semplici, basilari ma arricchiti dal desiderio di prestare volontariato e dalla voglia di impiegare il proprio tempo nella costruzione di un futuro policromatico.
    E' sicuramente un'esperienza da consigliare a tutti quei ragazzi in cerca di avventure e di una maturazione più mentale che fisica. Servono a poco le varie specializzazioni o diplomi giacché per affrontare situazioni del genere servono tanto coraggio, forza d'animo, voglia di cambiare il triste “presente – futuro” che si vede dipinto sul volto di ormai tantissimi bambini, ragazzi, adolescenti e giovani.


Il titolo che accompagna il Post riprende una scritta impressa tra le mura di questo mercato.


Dawit Borio

C'ERA UNA VOLTA UNA MONTAGNA...


Il problema dell'amianto in Piemonte è più che mai attuale . Si susseguono lunghi processi per stabilire a chi attribuire la colpa dei gravi danni che ha causato , delle morti che ha provocato , ma il caos di eventi verificatisi attorno a questo prezioso e pericoloso materiale rende molto spesso difficile districare il groviglio tra vero e bugie che lo circonda .

Ma dov'è che tutto ha avuto inizio ? Questa storia comincia in un piccolo paesino delle Valli di Lanzo , Balangero , a poco più di trenta chilometri da Torino .Qui , all'inizio del XX secolo, il commissario Callisto Cornut capì che le pietre non erano tutte uguali nei monti che circondano quello che allora non era alto che un insignificante agglomerato di abitazioni . Nascosto da milioni di anni nel cuore del Monte San Vittore , c'è infatti l'amianto , che divenne la terribile fortuna di quel luogo .



http://dottorambiente.wordpress.com/focus-on/focus-a-come-amianto/
la cava d'amianto oggi


 Nel giro di pochi anni iniziarono gli scavi e quella che sarebbe diventata la cava d'amianto più grande d'Europa cominciò a prendere forma .
 Si accesero le macchine , si costruì una fabbrica e in moltissimi accorsero in quel piccolo posto da niente divenuto felice provincia dell'impero economico milanese .La montagna venne frantumata. Quello che un tempo era un erto pendio boscoso si trasformò in una protuberanza tozza e brulla con al centro un'enorme voragine ; essa , nel corso degli anni, si è trasformata in un laghetto cristallino che nasconde il relitto colossale del frantoio , la macchina che nei suoi giorni di gloria sgretolava la roccia in cui era celato il preziosa minerale .

Scavarono per settanta lunghi anni , estrassero milioni di fibre d'amianto ; l'intera montagna venne divelta , un pezzo alla volta : Balangero a sacchetti partiva , caricata sui camion e sui treni , e si disperdeva nel mondo , in particolare nell'Europa occidentale e in Giappone . Iniziava così il primo capitolo di una storia che ancora non si è conclusa : ora l'Amiantifera è chiusa , le opere di bonifica in corso . Ma il problema amianto nelle Valli di Lanzo è ancora lontano dall'essere risolto .

trasporto dell'amianto
(Fonte :Il Risveglio )


                                                                                                                                                      Giada Antonietti

 

venerdì 21 novembre 2014

Inizio stagione NBA

Inizio di stagione davvero inaspettato per i fan dell’NBA, con le squadre più conosciute in fondo alla classifica e invece quelle che fino a pochi anni fa lottavano per i playoff in testa.
Naturalmente la franchigia che più di tutte lascia l’amaro in bocca è quella dei Los Angeles Lakers. Infatti la squadra cestistica più amata e temuta inizia con un record impietoso di 3 partite vinte e 9 perse, davvero nulla a che vedere con l’incredibile squadra vincitrice del titolo 2010. Le cause sono molte: l’addio di Pau Gasol (che ora milita a Chicago), l’infortunio di Steve Nash e l’inesperienza dei giovani giocatori; quindi non si possono davvero addossare tutte le colpe a Kobe Bryant. Infatti le accuse mosse nei suoi confronti sono eccessive, forse troppe per un giocatore del suo livello che ha dimostrato in più di un’occasione di meritarsi il titolo di numero 1.
Che fine hanno fatto invece gli Oklahoma City Thunder che due anni fa avevano lottato fino all’ultimo per il titolo? Ultimi in classifica. In questo contesto trovare le cause è fin troppo facile: due giocatori infortunati, o meglio “i giocatori” Russel Westbrook e Kevin Durant, capaci di vincere da soli, nella stagione precedente, le partite più tese.
A stupire ci sono anche i Cleveland Cavaliers e i San Antonio Spurs (campioni in carica): i primi, troppo incostanti, ottengono un record che è solo del 50%, davvero deludente per la franchigia di King James, che ha un potenziale illimitato grazie anche alla presenza del formidabile play Kyrie Irving e del versatile centro Kevin Love. La squadra di coach Popovich invece si piazza solo al 6 posto. Un inizio frustrante per il nostro connazionale Marco Belinelli e i suoi compagni di squadra. Naturalmente la stagione è appena all’inizio e probabilmente non mancheranno altre sorprese.

Ian Anderson: la policromia musicale

IAN ANDERSON: LA POLICROMIA MUSICALE

Ian Anderson- polistrumentista e compositore britannico
                                      


Come racconta Wikipedia, Ian Scott Anderson è un polistrumentista, compositore britannico, flautista, voce e leader del gruppo rock progressivo Jethro Tull. Lo stimolo che lo ha portato a suonare più strumenti è stato un concerto di Eric Clapton. Per timore di non riuscire a raggiungere il livello del chitarrista inglese si è spinto oltre i propri limiti. Così scopre la sua abilità nel suonare sia in stile rock sia in stile blues. Scambia infatti la sua chitarra elettrica con il flauto traverso, specializzandosi al massimo in questo strumento, ma allo stesso tempo mantiene la sua passione per la chitarra iniziando a suonare quella acustica.
Ian Anderson è riuscito a fondere armoniosamente l'essenza sensibile del blues con le note classiche del flauto traverso.
Dal suo primo album "Stend up" al suo ultimo singolo "Homo Erraticus" sono trascorsi parecchi anni, ma l'originalità e la fluidità della sua musica colpiscono ancora l'animo dei suoi "vecchi" fan e interessano inoltre quelli "nuovi" che si avvicinano all'arte di Ian Anderson proprio perché è ricca di creatività e di novità. Inserire il flauto traverso, che per definizione è uno strumento orchestrale, all'interno della dimensione del rock e del blues ha contribuito a rendere più interessante e accattivante la figura del flauto, che difficilmente cattura l'attenzione e l'interesse della gente.

Ian Anderson in concerto con i Jethro Tull



Oggi Ian Anderson rappresenta l'idolo di tutti i flautisti emergenti, che cercano di trovare l'autenticità e la singolarità per affermarsi nel mondo della musica e far prevalere la peculiarità del loro suono. Il brano a cui tutti si ispirano, il più famoso e conosciuto dei Jethro Tull è "Bouree", un pezzo strumentale dominato da due strumenti: il flauto traverso e il basso. Questa composizione è un arrangiamento di una "Bouree" di Johann Sebastian Bach, divisa in tre parti: il pezzo classico originale, una parte centrale di improvvisazione e infine una ripresa del tema originale con la sovrapposizione di due flauti. La sensibilità tipica del blues che Ian Anderson inserisce nei suoi assoli alimenta questo carattere nuovo e affascinante della musica classica, che in qualche modo rinasce e si afferma nel mondo musicale odierno.

   
                                                    



NOEMI ALBANESE

Manifestazioni a Tor Sapienza

Si dice che sia stato un tentativo di stupro a far scattare i disordini la scorsa settimana a Roma, più precisamente nel quartiere degradato di Tor Sapienza, ben noto ai Romani per le sue strade pericolose. Ritornando al casus belli, non sarebbe potuta finire diversamente: cassonetti bruciati e scontri per strada hanno fomentato la già sentitissima tensione che continuava da settembre, dopo che un gruppo di extra comunitari aveva attaccato con bastoni, calci e sassi due pullman finendo poi col minacciare le due autiste di stupro.
Delineate le cause in linea generale, occorre parlare degli schieramenti protagonisti: i Romani(in particolare i residenti a Tor Sapienza) e gli immigrati, anche se c'è da dire che le colpe dei disordini vadano spartite anche con i vari sindaci che non hanno affrontato fin da subito tale situazione. I 'piani alti' scaricano le loro responsabilità ai piani ancora più alti(dicono che la Germania abbia il quadruplo delle richieste di asilo rispetto all'Italia, quindi che il problema dell'immigrazione e delle problematiche che ne conseguono non sono loro responsabilità); alcuni immigrati hanno dichiarato che sono venuti in Italia per trovare lavoro, ma non trovandolo si sono trovati costretti a convivere con le varie difficoltà derivanti da tale (grave) mancanza: centri di accoglienza ed extra comunitari come loro che però si guadagnano da vivere con la prostituzione e la cocaina(quindi sotto il loro punto di vista noi oltre a non aver fatto molto per cercar loro lavoro, li attacchiamo discriminando e generalizzando); e poi ci sono i Romani, che sono stufi(giustificatamente a parer mio) di non poter lasciare giocare i propri bambini tranquilli sotto casa, di non poter uscire propriamente di casa tranquilli per la paura di una rapina, o di uno stupro, o di una qualsiasi azione violenta che qualcuno potrebbe commettere,ci sono talmente tanti casi che la paranoia si è un pò radicata negli abitanti tanto da (secondo alcune fonti, come La Stampa) farsi convincere da alcuni gruppi di estrema Destra di professare vero il tentativo di stupro per arrivare solo ed esclusivamente alla guerriglia.
Il risultato di tutto ciò? Tensione a fior di pelle, manifestazioni ricorrenti come non mai e rabbia, una rabbia che da qualsiasi parte esploda farà di sicuro danno visti i dissidi delle ultime settimane.

L' opinione di Casapound
Striscioni degli abitanti del quartiere


Serri Lorenzo

L'ArtRave di Lady Gaga arriva a Milano: è sold-out.

Spazzatura luccicante, auto-accettazione di sé e parrucche platino,


l'#ARTRAVE di Lady Gaga sbarca a Milano, portando con sé l'ormai ordinarietà dello straordinario.








- Tonight is for you. Tonight is for celebrate your creativity, i want to celebrate you, the future italian artists, the great minds, that are here tonight!- Questa è la frase che apre il concerto di Lady Gaga andato in scena pochi giorni fa al Forum di Assago, a Milano, unica data italiana del suo "ArtRave" tour.
 E' partito in Florida lo scorso maggio, e durante ogni singola data i biglietti sono andati sold out dopo poche ore, nonostante la fama dell'artista sia minima rispetto a quella di qualche anno fa.  In scaletta troviamo quasi tutti i brani dall’ultimo disco,  "ArtPop", ma anche le hit iper-conosciute che hanno fatto ballare il mondo dal 2008 a oggi. Paragonando i concerti di quel primo periodo, vediamo un cambiamento decisivo nella cantante, che ha smesso infatti di voler attirare l'attenzione del pubblico solo con spogliarelli, costumi di scena provocanti, e ritmi dance e commerciali, che fino a qualche anno fa caratterizzavano e limitavano il suo campo d'azione. Durante questo nuovo tour si toglie tutte le maschere, mostrandosi per quella che è davvero, per quanto goffa, buffa e umana.possa essere. Ed è proprio questo il messaggio di amore e rispetto di sè che vuole comunicare, e che ha ripetuto volte e volte durante il concerto, che più che un concerto iniziava a sembrare una passionale predica domenicale sull'amore verso se stessi e il prossimo. Ma lei sembrava crederci davvero, o almeno è stata brava a farlo credere a noi. 

 Il pezzo forte del concerto è sicuramente stata l'interazione con il pubblico, che ha fatto nascere momenti di tenerezza e commozione, (ad esempio, ha fatto salire sul palco con lei un ragazzo che le aveva tirato una lettera, dove raccontava alla cantante le difficoltà riscontrate nell'accettazione della sua sessualità, e come la musica lo abbia aiutato a superare questi momenti difficili: con questo fortunato fan ha cantato il suo "inno", il singolo "Born This Way", letteralmente "Nato in Questo Modo") Ci sono stati momenti di estrema simpatia, (auto)ironia e risate, si è creato un rapporto empatico fra lei e il pubblico, che ha reso l'intero concerto intimo e affettuoso. 
  Lady Germanotta è riuscita a dare vita ad uno spettacolo mai visto: la miscela perfetta fra il completo trash, il pop elevato all'ennesima potenza, elevato, come lei stessa dice, ad arte; ed una voce potente, bellissima e impeccabile, messa in risalto da nuove canzoni dal timbro blues, jazz, o grunge . Dallo stage, ai costumi, all'atmosfera, tutto era estremamente pop: tanto colorato ed esagerato da risultare quasi spiacevole, fastidioso alla vista, ed accattivante, a tratti osceno, a tratti delicato, o divertente.
Quest'atmosfera era ovunque, in primo luogo fra il pubblico, e la Lady stessa se ne accorge, e ce lo fa sapere.
- Ragazzi, mi dispiace molto per voi. Voi vi godete lo show, sì, ma perdete lo spettacolo più grande, quello che posso vedere io, quello nell'arena. Lo spettacolo più grande, siete voi, monsters. -





margherita agati

The Others, gli altri




Nella Torino che si rinnova aprendo le porte al turismo e all'innovazione artistica, dopo il passato industriale, sono state organizzate diverse rassegne culturali, incentrate sull'arte contemporanea che rendono la città ospitante un pullulate punto di riferimento per appassionati del genere.
Tra questi eventi "The Others" insieme ad Artissima (http://www.artissima.it/)e a Paratissima (http://paratissima.it/_/) è stato uno dei più apprezzati grazie alla ventata di cambiamento che a portato insieme a giovani artisti e spettacoli internazionali in una originalissima location.
The Others è un progetto espositivo internazionale dedicato all’arte contemporanea emergente, giunto alla sua quarta edizione. I protagonisti di The Others sono tutti gli operatori, profit e no-profit, che lavorano continuativamente su programmi dedicati a giovani artisti.  Una piattaforma espostiva unica nel suo genere, nata per riunire la molteplicità delle realtà che operano per la promozione degli artisti più giovani, realtà differenti per tipologia, obiettivi, programmi e mezzi espressivi – cui raramente sono dedicate iniziative di promozione collettiva – ma tutte accomunate dallo spirito di ricerca e di valorizzazione delle energie creative.
 Come detto in precedenza la scelta del luogo, l'ex carcere le nuove,  é stata molto significativa e largamente inerente al titolo dedicato alla rassegna "The Others" , gli altri, difatti le carceri erano le raccolte dei diversi, dei emarginati, coloro che par far sentire il loro grido sceglievano le vie più estreme, così dopo molti anni é stato rinnovato questo concetto, ma in chiave moderna, lasciando da parte la criminalità e la violenza, o forse riversando quest'ultima, magari ancora più fortemente, in opere e installazioni artistiche. Oltre al significato che assume la collocazione, anche l'architettura del carcere è caratteristica, con un florido giardino al centro circondato da un'imponente struttura dotata di ambienti collegati alla zona verde come il teatro o la mensa e un edificio cilindrico dove erano dislocate le celle dei detenuti, queste con The Others assumono vita nuova diventando gli spazi ospitanti di ogni artista. Le ristrutturazioni, ridotte al minimo indispensabile e in alcune parti addirittura assenti hanno permesso di lasciare inalterata l'atmosfera caratteristica e rude che consente all'osservatore odierno di cogliere il messaggio generale legato alla rassegna, la contemporaneità e l'originalità, che oggi più di sempre si possono   cogliere in ciò che é rimasto inalterato nel tempo, queste sono legate, e in un epoca in cui ciò che è nuovo è considerato moderno e quindi contemporaneo, The Others va contro corrente e per far emergere l'originalità lega il contemporaneo al passato, creando un perfetto binomio.






Greta Irene Fornasier

Salone del gusto: il cibo in scena



Si è tenuta a Torino dal 23 al 27 ottobre, presso Lingotto Fiere, la diciottesima edizione del Salone Internazionale del Gusto, un luogo dall'atmosfera suggestiva e policromatica, all'interno del quale vengono messe in scena le qualità positive del cibo buono e viene celebrata la filosofia dello Slow Food.
Entrando nel Salone si viene accolti da pungenti odori di spezie e al contempo dallo zuccherato profumo di dolci tradizionali di ogni tipo, provenienti da interminabili file di padiglioni "catalogati" in base alla derivazione geografica dei prodotti, tipici di tutte le zone dell'Italia, ma anche di alcuni paesi esteri, come il Sudafrica, l'Ucraina e la Tunisia.
Infatti, sin dal 2012 il Salone del Gusto si è unito a "Terra Madre" -la rete mondiale tra le comunità del cibo-; le due iniziative hanno collaborato per l'organizzazione di questo unico grande evento, ponendosi come obiettivo quello di raccontare l'incredibile diversità agroalimentare di ogni continente, dando voce a chi coltiva, alleva e trasforma i suoi prodotti.
Dunque l'evento è anche un'occasione per i produttori, oltre che per i visitatori di degustare specialità e conoscere sapori nuovi, di incontrare possibili acquirenti e pubblicizzare la propria attività.
L'iniziativa, attirando amanti del cibo e curiosi, ha riscosso un notevole successo, con grande soddisfazione degli organizzatori.

Laura Novellino

Un' istantanea del 900'

"Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento."

David Seymour.

Austria, Vienna, 1948 © David Seymour / Magnum Photos
Forse per alcuni è un nome familiare, altri magari lo conoscono con lo pseudonimo di Chim oppure non sanno chi sia. Sicuramente, però, tutti hanno già sentito il nome del famoso fotografo di guerra Robert Capa, uno dei fondatori della Magnum Photos. Seymour insieme a Cartier-Bresson fu un suo amico, avversario, critico, collega, ma innanzitutto coofondatore dell'agenzia fotografica più famosa del mondo. A quasi 70 anni dalla nascita di quest'ultima si è tenuta a Palazzo Reale la mostra "Retrospettiva" a proposito dell'arte di Seymour.

Il lavoro di Chim oggi non è famoso come quello di Capa, ma non per questo è meno significativo. La sua storia è iniziata con un amico di famiglia che gli ha prestato la sua prima macchina fotografica per un servizio sui "Night workers", appare un inizio quasi troppo semplice per un grande fotografo, ma come lui stesso ha detto "seppur dal basso, da qualche parte si deve iniziare".
Sophia Loren, Rome, 1955 © David Seymour / Magnum Photos
Con la sua Leica 35 mm ha scattato fotografie della guerra civile di Spagna e delle celebrità di Hollywood, dei bambini accolti dall'UNICEF e della Seconda Guerra Mondiale. Come questi si potrebbero citare molti altri servizi da lui effettuati, ma ciò che più interessa non è la quantità ma la qualità dei suoi scatti.
Le fotografie per cui più è apprezzato e conosciuto sono quelle degli orfani di guerra scattate sotto commissione dell'UNICEF. Il bianco e nero non troppo contrastato che si fonde con il grigio fa in modo che l'effetto su chi guarda l'immagine non sia aggressivo, ma intenerisca lo spettatore a riguardo di una tematica delicata come quella degli orfani del dopo-guerra.
Per quanto questo fine sia toccante e sorprenda l'abilità dell'artista, o artigiano come Seymour amava definirsi, il servizio che ha dato notorietà al fotografo è stato quello sulle celebrità di Hollywood. Tra le star troviamo Sophia Loren e Audrey Hepburn.

Spain, 1936 © David Seymour / Magnum Photos
Quale sia il miglior scatto del fotografo è molto difficile da dire ed è troppo personale per poter deciderne uno universale, la mia preferenza però va ad una foto della guerra civile di Spagna in cui Seymour fa un uso molto particolare e marcato della luce, che colpisce profondamente lo spettatore. Qualcuno potrebbe addirittura trovare nel volto di questa donna alcuni tratti del celebre Guernica di Picasso, che affronta il medesimo tema.

Con le sue fotografie Chim ha emozionato migliaia di persone, come continua a fare, e ha contribuito all'informazione del grande pubblico. La sua priorità non è mai stata la vita, ma bensì la sua passione per la fotografia, e correndo molti pericoli a causa del suo lavoro è morto durante un reportage sulla Crisi di Suez.


Elena Montalenti


"Earth without art is just eh"

Dal 5 al 9 Novembre, all'interno di Torino Esposizioni e per le strade di tutta la città, si è svolta, come ogni anno dall'ormai lontano 2005, la manifestazione artistica che prende il nome di Paratissima, che ha riunito migliaia di cittadini e turisti nella celebrazione dell'arte contemporanea emergente. Caratteristica più fortunata di questa mostra? E' totalmente gratuita.

Alcune foto della mostra
Chi paga, infatti, non è il pubblico, bensì gli artisti che desiderano esporre le proprie opere. In questo modo, quindi, chiunque voglia esibire, o anche vendere, fotografie, statue, quadri, o qualsiasi tipo di installazione di propria produzione, ha la possibilità di farlo. Gli artisti che hanno avverato il proprio sogno, quest'anno, sono stati quasi seicento (594, per la precisione) tra scultori, pittori, fotografi, grafici, designer e fashion artists.

Ci si chiederà, quindi, come può sopravvivere una mostra gratuita. Innanzitutto grazie, appunto, ai profitti ricevuti dagli artisti, in secondo luogo, con l'organizzazione di una lotteria, i cui ricavati andranno, insieme alle offerte del pubblico, cui viene data la possibilità di contribuire con una quota a scelta, all'iniziativa Illumina Paratissima.

Grazie a questa ed ad altre numerose iniziative, l'affluenza alla mostra si è conclusa con cifre che sfiorano gli 83.000 visitatori, in confronto alla media dei 70.000 degli anni precedenti. Ma questi numeri sono dovuti solamente ad un'astuta azione di marketing o anche all'incremento di un interesse nei confronti dell'arte moderna? Sicuramente, una parte di pubblico è stata trascinata per puro spirito di mondanità o curiosità, e solo una piccola fetta per profondo interesse e conoscenza di questo genere d'arte. Tuttavia, vedere in attesa all'ingresso persone di ogni età, compresi ragazzi con gli zaini in spalla, rende decisamente più speranzosi riguardo la sensibilizzazione dell'arte in tutte le sue forme anche tra i più giovani.

Fotografie di Torino
La mostra è, infatti, non solo di grande interesse dal punto di vista puramente estetico, ma suscita anche numerosi stimoli per produrre opere proprie, e propone anche corsi specializzati tenuti da esperti o dagli stessi artisti.







                              Beatrice Botta

David Guetta, il re della electro dance

David Guetta agli EMA di Glasgow
Nato a Parigi il 7 Novembre 1967, oggi è il settimo DJ più influente del mondo (secondo la rivista "DJ Mag") ed è stato il secondo produttore di musica dance più pagato al mondo, con ben 30 milioni guadagnati nel 2014. La carriera di Guetta è iniziata 24 anni fa nei club di Parigi e e con il passare degli anni, il suo successo è aumentato sempre più, fino a renderlo l'icona della dance e della house nel XXI secolo. La sua popolarità si deve alle prime tracce realizzate con il cantante americano Chris Willis (questo gli ha permesso di trovare molti fans negli Stati Uniti) e al suo grande talento dei mixer. Infatti, David Guetta è uno dei pochi DJ in attività che lavora quasi esclusivamente con la consolle e che limita il lavoro di progettazione e realizzazione delle basi al computer. Nel suo primo decennio di carriera  ha sempre prediletto un sound pieno di mix e di tanto lavoro alla consolle, in quest'ultimo periodo il DJ, invece, ha scelto uno stile nuovo, più improntato sulla dance e meno sull'electro house, rendendo le sue tracce molto commerciali e con basi piacevoli, ma allo stesso tempo ripetitive. Ha pubblicato 6 album (tutti registrati in studio) e sicuramente quello di maggior successo e' stato "Nothing But The Beat" nel quale ha inserito moltissime collaborazioni con artisti di livello internazionale come Flo Rida o Nicki Minaj.
La copertina del penultimo album di David
L'album che però gli ha spalancato le porte della notorietà mondiale è stato "Fuck Me,I'm Famous" dove ha inserito dei remix delle sue prime tracce e improntandole di più su uno stile house e meno elettronico. Il producer, oltre a realizzare album con vari artisti, ha ,pero', realizzato duetti che gli hanno permesso di raggiungere le prime posizioni nelle classifiche mondiali (si ricordano, tra queste tracce, "When Love Takes Over" realizzata con Kelly Rowland e "Sexy Bitch" prodotta assieme a Akon). Recentemente, si è anche interessato alle nuove generazioni di DJ lanciando sulla scena mondiale della dance artisti come Afrojack e Sam Martin; con questi due giovani talenti ha registrato molte tracce, ma quelle di maggior successo sono certamente "Lovers On The Sun" e la new-edit (rilasciata per la prima volta il 5 Novembre del 2014) "Dangerous".


 
Il nuovo videoclip di David Guetta del suo ultimo singolo "Dangerous"




Videoclip western per "Lovers On The Sun"

Questi due brani sono solo un assaggio del nuovo album di David intitolato "Listen" che verrà pubblicato integralmente il 24 Novembre prossimo.

Mattia Di Lorenzo & Brian Torre