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venerdì 21 novembre 2014

Ian Anderson: la policromia musicale

IAN ANDERSON: LA POLICROMIA MUSICALE

Ian Anderson- polistrumentista e compositore britannico
                                      


Come racconta Wikipedia, Ian Scott Anderson è un polistrumentista, compositore britannico, flautista, voce e leader del gruppo rock progressivo Jethro Tull. Lo stimolo che lo ha portato a suonare più strumenti è stato un concerto di Eric Clapton. Per timore di non riuscire a raggiungere il livello del chitarrista inglese si è spinto oltre i propri limiti. Così scopre la sua abilità nel suonare sia in stile rock sia in stile blues. Scambia infatti la sua chitarra elettrica con il flauto traverso, specializzandosi al massimo in questo strumento, ma allo stesso tempo mantiene la sua passione per la chitarra iniziando a suonare quella acustica.
Ian Anderson è riuscito a fondere armoniosamente l'essenza sensibile del blues con le note classiche del flauto traverso.
Dal suo primo album "Stend up" al suo ultimo singolo "Homo Erraticus" sono trascorsi parecchi anni, ma l'originalità e la fluidità della sua musica colpiscono ancora l'animo dei suoi "vecchi" fan e interessano inoltre quelli "nuovi" che si avvicinano all'arte di Ian Anderson proprio perché è ricca di creatività e di novità. Inserire il flauto traverso, che per definizione è uno strumento orchestrale, all'interno della dimensione del rock e del blues ha contribuito a rendere più interessante e accattivante la figura del flauto, che difficilmente cattura l'attenzione e l'interesse della gente.

Ian Anderson in concerto con i Jethro Tull



Oggi Ian Anderson rappresenta l'idolo di tutti i flautisti emergenti, che cercano di trovare l'autenticità e la singolarità per affermarsi nel mondo della musica e far prevalere la peculiarità del loro suono. Il brano a cui tutti si ispirano, il più famoso e conosciuto dei Jethro Tull è "Bouree", un pezzo strumentale dominato da due strumenti: il flauto traverso e il basso. Questa composizione è un arrangiamento di una "Bouree" di Johann Sebastian Bach, divisa in tre parti: il pezzo classico originale, una parte centrale di improvvisazione e infine una ripresa del tema originale con la sovrapposizione di due flauti. La sensibilità tipica del blues che Ian Anderson inserisce nei suoi assoli alimenta questo carattere nuovo e affascinante della musica classica, che in qualche modo rinasce e si afferma nel mondo musicale odierno.

   
                                                    



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