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lunedì 8 dicembre 2014

Non si fermano le proteste. Die-in nel 'cubo' di Apple di New York.

Manhattan, Fifth Avenue.

Manifestanti sul ponte di Brooklyn
(fonte: La Stampa)
Terza sera di caos per la Grande Mela. Non cessano le proteste per la decisione del Grand Jury di non incriminare l’agente Daniel Pantaleo per la morte di Eric Garner deceduto il 17 luglio scorso. In migliaia si erano già riuniti a Times Square per far propria voce e venerdì sera è avvenuto l’ennesimo episodio di resistenza pacifica. Infatti una frangia dei manifestanti, che protesta chiedendo giustizia per tutti gli afroamericani vittime delle forze dell’ordine statunitensi, ha sorpreso il personale e i clienti occupando lo store Apple del Macy’s a Herald Square e uno dei più celebri punti vendita newyorkesi della famosa Casa di Cupertino, il ‘cubo’ di Apple sulla Fifth Avenue. In seguito hanno inscenato un die-in ovvero la simulazione della morte di chi partecipa (celebri sono quelli del 2003 nel Regno Unito e del 2007 a Washington DC riguardanti la guerra in Iraq) causando un disagio non indifferente mentre un altro corteo partiva dal Rockefeller Center, dove spicca il colossale abete natalizio, con l’obbiettivo  di raggiungere Brooklyn. Lo stato di allerta generale è ai massimi livelli e Manhattan, per timore di nuovi scontri che a New York avevano “fruttato” l’arresto di 83 rimostranti, ha fatto presenziare dalle forze dell’ordine (che respingono i manifestanti con proiettili di gomma, lacrimogeni e percosse) tunnel e ponti mentre le proteste infuriavano anche a Boston, Chicago, Philadelphia, Pittsburgh e Miami.



Eric Garner poco prima di essere arrestato
e ucciso dall'agente Pantaleo
(Fonte: Daily News  nell'articolo è inoltre presente il video dell'arresto e della morte in parte integrale e senza censure. Dunque, la visione potrebbe urtare la sensibilità di chi intende visionarlo.)
 
La situazione si era già dimostrata critica nei giorni precedenti per il proscioglimento dell’agente Darren Wilson,che a Ferguson uccise a colpi di pistola Michael Brown, giovane afroamericano disarmato, e per la delibera del Gran Jury di Staten Island in merito all’uccisione di Eric Garner. Però la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il caso di Phoenix, Ariziona dove Rumain Brinsbon, afroamericano di 34 anni anch’egli disarmato, è stato freddato con due colpi di pistola dopo una colluttazione con l’agente che avrebbe dovuto arrestarlo. In seguito a questo ennesimo episodio di violenza le proteste sono dilagate in diverse città americane.
 
Tuttavia se si pensa che il fenomeno del razzismo sia ancora una questione saliente soprattutto per gli Stati Uniti bisogna guardare anche alla nostra Europa e alla, più o meno vicina, Olanda dove ci si trova divisi tra abolizionisti e tradizionalisti per la ricorrenza di Sinterklass che cade il 5 dicembre. Il nodo della questione, come racconta The Economist, sta nel popolare personaggio di Zwarte Pietz, egli è una sorta di clown con il volto dipinto di nero che aiuta St Nicholas nella distribuzione di dolci e regali. Il personaggio deriva dagli schiavi mori e nonostante gli olandesi di origine africana non l’abbiano mai considerato troppo gradevole è sempre stato simbolo del folklore olandese ma alcuni mesi fa un tribunale ha imposto agli organizzatori della ricorrenza di bandire l’aiutante-clown.
Dunque, nonostante siano trascorsi quasi sessant’anni dalla ribellione di Rosa Parks, attivista statunitense, nota per non aver ceduto il suo posto sull’autobus a un bianco dando così inizio al boicottaggio degli autobus di Montgomery, e nonostante le numerose lotte, le conquiste e le testimonianze del popolo nero (basti pensare a personaggi come Solomon Northup, W.E.B. Dubois e i congressi Panafricani, Martin Luter King o Barack Obama primo presidente afroamericano) non solo gli Stati Uniti si trovano nuovamente schierati in trincea, divisi tra bianchi e neri per la questione razziale.
Eric Holder, ministro della giustizia americana
Dal primo mandato di Barack Obama che parlava del sogno di un’America più equa, al secondo che si prefissava l’obbiettivo della riforma della sanità (essa avrebbe permesso a tutti i cittadini americani di poter accedere ad un fondo di copertura base per le spese mediche) dopo giorni di lunghediscussioni si è giunti ad una svolta decisiva che dalla prossima settimana  affronterà attivamente la questione razziale. Il ministro della giustizia americana, Eric Holder, presenterà le nuove regole che bandiscono su piano nazionale il “racial profiling” (pratica secondo cui sono fondamentali i fattori legati alla nazionalità, religione per determinare intervento delle forze dell’ordine) fatta eccezione per il TSA, Transport Security Administration, e per la CBP, Us Customs and Border Protection che si occupano rispettivamente della lotta al terrorismo e dell’emergenza dell’immigrazione clandestina.

 
Chiara Campanaro

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