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lunedì 8 dicembre 2014

Torino, tra grattacieli e montagne


C'è chi la vede come una conquista, chi la considera un progresso, chi l'ha combattuta fino alla fine... Fatto sta che la costruzione dei nuovi grattacieli torinesi prosegue inesorabile.Torino non aveva ancora subito l'edificazione di colossi dell'architettura che superassero o rivaleggiassero con la Mole Antonelliana, indiscussa sovrana delle altezze. Lo skyline è rimasto immutato per molti anni, dalle colline dietro la città si  potevano ammirare liberamente e senza ostacoli

le Alpi con il Monviso svettante e maestoso tra  i picchi e il simbolo della città.
Dopo molti anni di lotte e scontri è stata però autorizzata la costruzione del nuovo grattacielo della banca Intesa San Paolo disegnato da Renzo Piano. La Regione Piemonte, nonostante si fosse detta contraria alla deturpazione del panorama, non ha esitato a dare il via anche alla costruzione di un proprio edificio di dimensioni altrettanto spaventose ed imponenti, progettato però da un altro architetto, già noto nella città, Fuksas. In questo modo ha preso vita una sorta di competizione compulsiva per la supremazia sui piani alti, che ai più fantasiosi potrebbe ricordare quella tra l'Empire State Building e il Crysler Building a New York, risoltasi con un inganno da parte di uno dei due progettisti. In una città dallo spazio limitato, come la Grande Mela, si possono capire le continue demolizioni di vecchi edifici a favore di nuovi grattacieli che sfruttano l'altezza ma, a Torino, era proprio necessario intaccare la naturale bellezza e imponenza dello skyline? New York ha fatto dei grattacieli la sua particolarità, noi la nostra la stiamo distruggendo mattone su mattone.


Non si è ancora accennato però a due delle più grandi polemiche sorte prima e durante la costruzione dei due colossi. Una è legata alla domanda che sorge più spontanea: non esistevano già edifici riutilizzabili come uffici? Nessuna struttura come palazzo Nervi (lasciato a cadere in pezzi a pochi passi dalle Vallere) poteva essere convertita in un luogo di lavoro piuttosto che ceduta come sede dell'ennesimo centro commerciale? La risposta sembra essere necessariamente no. La seconda grande polemica, sicuramente la più paradossale, sorta tra la popolazione durante la costruzione del grattacielo della Regione Piemonte, per quanto sembri assurdo ed al limite del verosimile, è stata causata dalla mancanza di una sala all'interno dell'edificio per poter riunire il Consiglio Regionale al completo.
I paradossi di questa faccenda sicuramente stupiscono molto, ma ancora non riesco ad immaginare come sarà salire sul Colle della Maddalena la domenica pomeriggio ad osservare due giganti di vetro che spezzano - e nascondono- il panorama.

Elena Montalenti

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