Chi Siamo

Siamo 28 ragazzi della stessa classe che si improvvisano giornalisti del web

lunedì 8 dicembre 2014

Barriera si prende la sua rivincita

Il logo di B.Art, il bando internazionale
di arte pubblica in Barriera di Milano
Siete mai stati in Barriera di Milano? Quartiere di Torino multietnico e dalle caratteristiche uniche a pochi minuti dal centro storico che rimane tuttavia ricordato per l'architettura spoglia che poco lo valorizza. Gli edifici storici, di altezze altalenanti, sembrano soffocati dai condomini anonimi che avanzano prepotenti fin dall'espansione industriale del secondo dopo guerra.
Proprio per venire incontro a questo bisogno di "bellezza" architettonica, il comitato Urban Barriera di Milano ha indetto un bando di arte pubblica con lo scopo di attirare idee innovative di artisti emergenti per riprogettare insieme l'estetica del quartiere. Il vincitore del concorso ha la possibilità di mettere la sua arte al servizio della zona attraverso tredici facciate cieche secondo un unico concept, donando al quartiere una maggiore uniformità, perlomeno artistica.
Una giuria di esperti ha individuato i quattro finalisti fra gli ottantaquattro partecipanti italiani, europei ed extraeuropei, i quali sono stati ulteriormente sottoposti al giudizio di una giuria di territorio composta prevalentemente dagli abitanti degli edifici che hanno messo a disposizione le facciate.
Alla fine è stato decretato vincitore Francesco Giorgino, in arte Millo, brillante artista e giovane architetto di origine pugliese, che abbiamo avuto occasione di intervistare. Essendo costretto a Roma per motivi lavorativi, non è stato possibile allo street-artist incontrarci di persona pertanto ha risposto in modo esauriente alle nostre domande telefonicamente.

 
Le posizione delle tredici facciate cieche in barriera di Milano che ospitano le opere di Millo

Millo si presenta come un artista "di pancia" che dipinge da sempre e su qualunque superficie fin dalla tenera età, per questa ragione gli è impossibile concepire se stesso separato dalla sua Arte, passione diventata impiego nel corso degli anni, evoluzione professionale che non è stata dettata da una vera e propria scelta, quanto piuttosto da una vocazione interiore. Inoltre sostiene che lavorare in grandi città europee come Londra sia stata per lui un'esperienza illuminante, sia sotto il profilo umano, trovandosi ad interagire con culture differenti, sia sotto il profilo personale, cercando di spingere la sua arte verso nuove frontiere ancora inesplorate.
"Di sicuro,di queste incursioni estere custodisco bellissimi ricordi e tanti insegnamenti, che ad oggi hanno fatto di me il Millo che sono!"
A proposito del fatto che abbia dovuto creare 13 opere in soli due mesi sotto la costante pressione di una serrata scaletta da seguire, durante l'intervista l'artista, nonostante il rischio di rimaner paralizzato davanti all'enorme mole di lavoro, ci confessa: "Il progetto B.Art è stata davvero la sfida più incredibile della mia carriera". Il progetto che ha presentato si intitola HABITAT e cerca in qualche modo di interpretare i tratti comuni delle periferie delle metropoli contemporanee, indistintamente dalla loro posizione geografica, siano esse anonime, spropositatamente grandi, potenzialmente infinite, fuori scala e non a misura d'uomo. Sicuramente sta allo spettatore immaginare e proiettare su di esse le proprie idee ed interpretazioni.
"È all'interno di questa trama che i mie personaggi prendono vita, anche loro fuori scala e un po' goffi in questa città-mondo"
Alla domanda: "Il progetto sta riscuotendo notevole successo tanto da permettere l'organizzazione di vari tour B. Art alla scoperta delle sue opere; come si sente ad aver dato la sua personale firma ad un intero quartiere?", Millo risponde che è stata un'esperienza molto intensa e faticosa che sicuramente gli ha dato modo di crescere ulteriormente, di lavorare su dimensioni molto più grandi rispetto a quelle cui era abituato e di sperimentare nuovi linguaggi come l'uso del colore in piccole dosi.
In Barriera lo street-artist si è sentito a casa soprattutto grazie alla comunità variopinta del quartiere, composta anche da pugliesi che durante l'ultimo secolo, come ci dice confidenzialmente Millo stesso in dialetto, sono "emigrati allu nord pi' fatiari 'ntra li fabbrichi".
Osservando che nei suoi murales si possono notare elementi ricorrenti positivi -mongolfiere, aeroplani, laghetti- ma anche un'atmosfera generale opprimente e caotica, ci si chiede se nel complesso voglia trasmettere una visione ottimistica o pessimistica dell'urbanizzazione e del problematico rapporto uomo-città. L'artista inaspettatamente rivela che non esiste un'interpretazione giusta ed universale delle sue opere quanto piuttosto esiste ciò che in quel momento ognuno di noi sente il bisogno di vedere.

E dopo aver dipinto 13 murales, dopo averci regalato una splendida intervista, Millo conclude allegro con la frase: "Posso dirmi davvero soddisfatto, di me e del ricordo che lascerò a Barriera".



Presentazione delle opere di Millo in un video amatoriale (Credits: Giorgia Deroma e Anisia Gallo)


Anisia Gallo e Giorgia Deroma

0 commenti:

Posta un commento